Intervista al presidente Massimo Nuti sull’andamento di questo secondo anno in pandemia. Ripresi i livelli pre-Covid. Molto bene le aziende in Turchia e India, interesse per il Ferroviario. In Italia cresce la prospettiva per i prodotti importati e distribuiti in esclusiva. Cresce l’attenzione all’ambiente.

“Siamo molto soddisfatti del risultato del 2021. Pur tra le mille difficoltà della situazione che tutti stiamo ancora vivendo, a causa della pandemia, siamo riusciti a garantire la produzione e il servizio alla nostra clientela, e questo ci ha portati a recuperare quanto è stato perduto nel 2020. Oggi siamo ai livelli del 2019, nel mercato italiano e in quelli internazionali”.

Comincia così la consueta analisi di fine anno di Massimo Nuti, presidente del Roberto Nuti Group. Il Gruppo, fondato da Roberto Nuti, recentemente scomparso, compirà i suoi primi 60 anni nel 2022. Una lunga storia nel mercato dei componenti per veicoli industriali, su tutti figurano gli ammortizzatori e le molle ad aria (air springs) a marchio Sabo, esportati in oltre 90 Paesi.

Un buon bilancio dunque, pur permanendo l’incertezza a livello globale. L’Italia, in particolare, sembra abbia reagito bene a livello industriale…

“Per ora possiamo dire di sì, anche se all’orizzonte c’è il rischio dell’inflazione e stiamo vivendo un’impennata dei costi dell’energia e delle materie prime, oltre a sempre possibili provvedimenti restrittivi per arginare i contagi. Non dobbiamo dimenticare che la pandemia ha portato tanto dolore anche nel 2021 e siamo molto vicini a quanti sono stati colpiti e  soffrono a causa di questo virus e delle sue complicazioni. Il Covid ha generato ansie e paure e in questo senso ha influenzato anche le relazioni umane. Questa però non deve essere una scusa per rendere le cose difficili, come purtroppo sta accadendo oggi nel business”.

Cosa intende?

“Intendo dire che nelle relazioni professionali e commerciali il Covid sta purtroppo diventando un paravento, un pretesto per giustificare ritardi, una minore attenzione al cliente, materiali che con vengono consegnati, mancanza di programmazione… Non è etico né professionale nascondersi dietro a una tragedia mondiale per giustificare le proprie mancanze. Ecco, questo aspetto è per me intollerabile”.

Cosa ci ha insegnato, invece, questa situazione?

“Sul piano delle relazioni commerciali ha dato un impulso notevole all’utilizzo di tecnologie che già esistevano ma che pochissimi consideravano. Non parlo solo del lavoro da casa ma anche di un nuovo modo di gestire i contatti con i clienti, più efficiente e di minor impatto ambientale. Prima del Covid le visite ai clienti erano frequenti e rapide. Questo significava tempo per muoversi, costi di trasporto e inquinamento. Oggi questi incontri di persona, che restano importanti, sono limitati ai momenti più significativi, in cui c’è tutto il tempo per dedicarsi alla relazione e all’approfondimento.

La pandemia ci ha anche confermato l’importanza del restare uniti e dell’essere una squadra. Questo vale anche per le aziende. Il nostro risultato è frutto dell’impegno di un team in cui ciascuna persona ha saputo giocare il proprio ruolo per un fine condiviso. Sono grato a tutti i nostri collaboratori per la professionalità che dimostrano ogni giorno e che hanno dimostrato nei momenti più difficili di questa emergenza sanitaria, sempre assicurando alla nostra clientela la massima attenzione ed efficienza”.

A proposito di consegne, la situazione dei rincari delle materie prime vi sta creando difficoltà?

“Fino ad ora siamo riusciti a gestire questa emergenza. In tutte le aziende del nostro Gruppo abbiamo fronteggiato bene la situazione ma i prezzi sono ancora molto volatili e speriamo che la situazione si stabilizzi al più presto”.

C’è un prodotto in particolare che si è evidenziato?

“Sicuramente le Sabo Air Springs. Le molle ad aria ci hanno dato una soddisfazione enorme. Alla Sabo Suspension System, l’azienda del nostro Gruppo che produce le molle ad aria in Turchia, sono stati molto bravi nel gestire le grandi difficoltà che hanno investito il Paese a causa della pandemia. E hanno ben fronteggiato anche la difficoltà nel reperimento delle materie prime, mostrando un’efficienza logistica e produttiva, che ha portato a una crescita davvero importante”.

Per un Gruppo come il vostro, presente con impianti di produzione sulla scena internazionale non deve essere stato facile. Anche nel 2021 la situazione era decisamente diversa da Paese a Paese.

“Infatti. In India ci sono stati tre mesi di lockdown e le difficoltà sanitarie sono ancora notevoli. Tuttavia la Sabo Hema Automotive è riuscita nella non facile impresa di riprendere la produzione degli ammortizzatori e, nel contempo, di trasferire la fabbrica in una zona più in vista e meglio apprezzata”.

Ce ne parla?

“Il nuovo impianto è più grande e accogliente. Devo precisare che stiamo parlando di una realtà che, come tutte le aziende del Gruppo, opera con standard europei, sia come tecnologie sia come rispetto dei lavoratori. La nuova sede è molto visibile in un distretto popolato da numerosi operatori del comparto Automotive e questo ha già portato nuovi contatti e richieste di collaborazione da parte di clienti di primo impianto e clienti del mercato aftermarket. La Sabo Hema oggi sta mantenendo bene il mercato locale degli ammortizzatori per veicoli industriali e, oltre a ciò, sta già lavorando molto per il mercato del ferroviario e per quello delle due ruote”.

Il settore ferroviario è una new-entry nella vostra offerta…

 “Nel Ferroviario, dopo aver ottenuto all’inizio del 2021 la necessaria certificazione, riceviamo richieste a livello internazionale e contiamo di sviluppare questo mercato rivolgendoci non solo ai costruttori di primo impianto ma anche alle imprese a cui le aziende di trasporto affidano la manutenzione.

Fra il 2020 e il 2021 abbiamo investito per portare il nostro know-how di 60 anni nelle sospensioni di autocarri, rimorchi e bus, anche nella costruzione di ammortizzatori per mezzi su rotaia e per i mezzi agricoli. Abbiamo inoltre dato impulso al ruolo di importatore in esclusiva per il mercato italiano di nuovi prodotti di alta qualità, tutti nell’ambito della ricambistica del veicolo industriale. La nostra rete commerciale italiana ha risposto molto bene e stiamo per ampliare questa offerta.

Sul Ferroviario si gioca molto del processo di decarbonizzazione globale.

“È un mercato di buone prospettive che ci piace anche per l’aspetto ambientale. Il nostro Gruppo è particolarmente sensibile alla sostenibilità e da tempo siamo impegnati nel miglioramento di questo valore. Nel 2021, ad esempio, abbiamo lavorato ancora sul rinnovamento del packaging dei nostri prodotti, eliminando gli imballi di plastica dalle confezioni degli ammortizzatori Sabo”.

(MC)

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